Per chi possiede una seconda casa, l’IMU resta una delle scadenze fiscali più temute dell’anno. Con l’arrivo del 2025, molti proprietari si chiedono se ci siano cambiamenti significativi: nuove aliquote, nuove esenzioni, particolarità da conoscere per non rischiare brutte sorprese al momento del saldo.
La verità è che la struttura generale dell’imposta non cambia, ma ci sono aspetti che vale la pena chiarire per affrontare con maggiore consapevolezza l’anno fiscale che ci aspetta.
Aliquote e regole generali
Il cuore del calcolo dell’IMU rimane lo stesso: si parte dalla rendita catastale dell’immobile, rivalutata e moltiplicata per un coefficiente che, per le abitazioni, è pari a 160. Su questa base si applica poi l’aliquota stabilita dal Comune in cui si trova l’immobile.
Proprio i Comuni hanno ancora una volta la possibilità di ritoccare queste aliquote, restando entro i limiti fissati dalla legge statale. Alcuni lo fanno per mantenere più alto il gettito, soprattutto nelle località turistiche dove la domanda resta forte, mentre altri scelgono piccole riduzioni per rendere più attrattivo il mercato o dare respiro ai residenti.
Chi possiede una seconda casa dovrebbe quindi sempre verificare, ogni anno, la delibera comunale definitiva pubblicata entro dicembre: lì sono indicati l’aliquota da applicare, eventuali detrazioni e riduzioni specifiche.
Il tema delle pertinenze
Un aspetto che continua a generare dubbi riguarda le pertinenze delle seconde case: box, cantine, posti auto. La normativa prevede che solo una pertinenza per ogni categoria catastale (C/2 per cantine, C/6 per box, C/7 per tettoie) possa essere legata come pertinenza all’abitazione, e quindi tassata con la stessa aliquota.
Eventuali pertinenze aggiuntive, anche se servono sempre alla stessa casa, sono considerate immobili a sé stanti e pagano IMU in modo indipendente, spesso con aliquote più elevate.
Si tratta di un dettaglio tecnico che però può pesare sul conto finale e che spesso viene scoperto solo al momento del pagamento.
Esenzioni e agevolazioni da conoscere
Le vere esenzioni totali dall’IMU restano limitate e riguardano casi particolari: abitazioni inagibili o inabitabili, immobili di proprietà di appartenenti alle Forze Armate non concessi in locazione, fabbricati storici o di interesse artistico.
Tuttavia, esistono anche forme di riduzione parziale che possono rivelarsi interessanti. È il caso, ad esempio, delle seconde case locate a canone concordato: in questi casi, la legge riconosce una riduzione del 25% sull’importo dovuto, un risparmio che può essere significativo se il Comune applica aliquote alte.
Per chi invece possiede immobili all’estero o ha più case in Italia, restano in vigore altre regole particolari, ma sempre legate a requisiti precisi, come la residenza anagrafica, l’uso effettivo o le disposizioni relative alla famiglia (ad esempio l’immobile assegnato all’ex coniuge come casa familiare).
Scadenze e consigli pratici
Anche nel 2025 le scadenze IMU seguono il consueto calendario: acconto entro metà giugno e saldo entro metà dicembre, con la possibilità di pagare tutto in un’unica soluzione anticipata.
Ciò che davvero può fare la differenza per il contribuente, però, non è tanto la data del pagamento quanto la verifica preliminare: controllare che la rendita catastale sia corretta e aggiornata, comprendere come il Comune ha modificato l’aliquota e valutare eventuali agevolazioni.
Un’attenzione che permette di evitare errori, versamenti in eccesso o, peggio ancora, sanzioni per mancati pagamenti.
Guardare oltre la tassa
Oltre ai numeri, parlare di IMU significa anche riflettere sul senso di possedere una seconda casa oggi: è un investimento che rende? È un bene da mantenere solo per motivi familiari o affettivi? Conviene pensare di metterla a reddito, magari con un canone concordato per pagare meno IMU?
Queste domande vanno oltre il calcolo fiscale, ma sono sempre più attuali per chi vuole gestire il proprio patrimonio in modo consapevole, evitando che l’IMU diventi soltanto un costo fisso e pesante.







