Affitto a canone concordato, conviene?

Oltre alle compravendite, come agenzia, ci occupiamo della gestione di immobili per produrre reddito, e la maggior parte degli alloggi che gestiamo sono utilizzati per affitti brevi.

Eppure in molti casi consigliamo ai nostri clienti l’affitto a canone concordato, perché?

In questo articolo vi chiariremo il perché di questo consiglio, ma soprattutto analizzeremo il contratto a canone concordato, per capire come funziona e se davvero è conveniente.

Perché scegliere l’affitto a canone concordato?

La crescente carenza di alloggi in molte città italiane ha generato una forte domanda di locazioni a medio e lungo termine, contribuendo all’impennata dei prezzi degli affitti. Questo fenomeno ha reso il canone concordato un’opzione sempre più appetibile per i proprietari, non solo per ragioni sociali ma anche economiche.

Cos’è un contratto a canone concordato?

Il contratto a canone concordato è una forma di locazione residenziale regolata dalla Legge 431 del 1998, che stabilisce un canone di affitto basato su accordi locali tra associazioni di proprietari e inquilini. Le amministrazioni comunali supervisionano questi accordi per assicurare che i prezzi rimangano equi e accessibili. Questo tipo di contratto offre vantaggi sia per i locatori che per gli inquilini, garantendo maggiore trasparenza e stabilità nel mercato immobiliare.

Caratteristiche principali

  1. Canone stabilito da accordi locali: Il prezzo dell’affitto è determinato in base a parametri territoriali, che tengono conto di vari fattori come la zona, le condizioni dell’immobile e l’andamento del mercato.
  2. Durata del contratto: La durata del contratto a canone concordato dipende dalla tipologia di contratto scelta, sono infatti a canone concordato:
  • il contratto cosiddetto “3+2” la cui durata minima è generalmente di 3 anni, rinnovabili automaticamente per altri 2 anni, a meno che non ci siano diverse esigenze da parte del locatore o del conduttore che devono essere specificate nel contratto stesso;
  • il contratto cosiddetto “transitorio” la cui durata minima è 1 mese (e la massima 18 mesi), una volta scaduto non è possibile rinnovarlo ma è sempre possibile stipularne uno nuovo sempre che sussistano le esigenze transitorie dell’inquilino.
  • il contratto cosiddetto “studenti” la cui durata minima è 6 mesi (la massima 36 mesi) ed è rinnovabile fino a quando sussistono le esigenze universitarie dell’inquilino.

 

Perché esiste il canone concordato?

Questa tipologia di contratto nasce con l’obiettivo di garantire abitazioni a prezzi accessibili, frenare la speculazione immobiliare e ridurre il mercato nero delle locazioni. Grazie agli incentivi fiscali, i proprietari sono più incentivati ad affittare legalmente i propri immobili, aumentando così l’offerta di alloggi disponibili.

I vantaggi per il proprietario

Affittare con un contratto a canone concordato può essere un’ottima scelta per chi desidera stabilità e minori rischi.

  1. Riduzione dell’IMU: I proprietari di immobili affittati a canone concordato possono beneficiare di uno sconto del 25% sull’IMU, riducendo così significativamente il carico fiscale.
  2. Cedolare secca agevolata: L’aliquota della cedolare secca per i contratti a canone concordato è del 10%, permettendo ai proprietari di pagare meno tasse rispetto ai contratti a canone libero (21%).
  3. Stabilità contrattuale: Il contratto a lungo termine offre maggiore sicurezza, soprattutto per chi non ha necessità immediata di utilizzare il proprio immobile.

Come stipulare un contratto a canone concordato?

Per avviare un contratto di locazione a canone concordato, è importante seguire alcuni passaggi chiave:

  1. Verifica degli accordi territoriali nella tua città per determinare il canone massimo applicabile.
  2. Consultazione con un’associazione di categoria per vidimare il contratto, che comporta un costo contenuto (circa 80€ complessivi).
  3. Registrazione del contratto presso l’Agenzia delle Entrate.

In alternativa, puoi rivolgerti a noi e ci occuperemo, per te, di tutte le pratiche necessarie!

Il canone concordato conviene davvero?

La risposta dipende dalle esigenze specifiche del proprietario e dalle condizioni di mercato. Ecco alcuni aspetti da considerare:

  1. Rapidità nell’affitto: La domanda di affitti a lungo termine è in forte crescita, e spesso si trovano inquilini in pochi giorni. Al contrario, l’affitto breve richiede più tempo per avviare l’attività, poiché è necessario arredare l’immobile, completare le pratiche burocratiche e gestire gli annunci.
  2. Investimento iniziale ridotto: Per gli affitti brevi è necessario dotare l’appartamento di arredi completi, mentre per il canone concordato 3+2 l’immobile può essere affittato senza mobili o con solo l’essenziale, riducendo notevolmente l’investimento iniziale.
  3. Vantaggi fiscali: La fiscalità più vantaggiosa offerta dal canone concordato, unita alla stabilità dei pagamenti a lungo termine, può risultare più conveniente rispetto agli affitti brevi, che richiedono maggiori costi di gestione e manutenzione.

In conclusione, scegliere il canone concordato può essere una soluzione vantaggiosa per chi cerca stabilità economica, una gestione fiscale ottimizzata e minori rischi di insolvenza. Tuttavia, gli affitti brevi restano una scelta valida per chi necessita di maggiore flessibilità o intende sfruttare l’immobile in modo occasionale.

Se sei indeciso su quale opzione sia la migliore per il tuo immobile, siamo a disposizione per aiutarti a trovare la soluzione più adatta alle tue esigenze, a questo indirizzo email: info@radifimmobiliare.it oppure chiamaci al numero: 010/9849625.

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